Una corrente pulsante può essere trasformata in corrente quasi continua mediante gli accorgimenti realizzati nell’anello ideato da Pacinotti nel 1859.
Si tratta di un grosso anello, ruotante in un campo magnetico, sul quale sono disposte e collegate in serie un certo numero di bobine. Ogni bobina è a sua volta collegata a una lamina di rame, una per bobina. Ciascuna lamina è fissata sul collettore, che è un cilindro di sostanza isolante che ruota insieme all’anello. Due spazzole in posizioni fisse strisciano su tali lamine. La corrente così ottenuta non è a rigore continua e la f.e.m. non è perfettamente costante, dal momento che varia nel tempo in cui le spazzole passano da una lamina all’altra del collettore. Però se il numero di tali lamine è alto, le variazioni sono così piccole, che la corrente risultante si può dire praticamente continua.
Questa macchina è reversibile: se si invia corrente continua all’indotto, esso si mette a ruotare fornendo energia meccanica. Inviando infatti corrente continua nel circuito del rotore, si magnetizza il nucleo di ferro su cui è avvolto il circuito stesso. Le azioni attrattive e repulsive che si determinano tra i poli dell’indotto e quelli dell’induttore fanno nascere una coppia motrice che fa ruotare l’indotto.